La Cabala (in origine Qabbalah, o Kabbalah, dall’ebraico קבלה) significa “dottrina ricevuta”) è un sistema di conoscenza e di lettura che è fortemente legato alle principale esperienze esoteriche della storia dell’uomo: magia, gnosi, orfismo, occultismo… anche intere filosofie e religioni sono incentrate sulla Cabala.

Bisogna però fare un distinguo tra Cabala esoterica e ermetica dalla Kabbalah Ebraica: quella esoterica è sincretica e non richiede alcuna appartenenza religiosa specifica. Tuttavia condivide molti principi della Kabbalah ebraica.

Ma trova ispirazione anche nelle religioni pagane, nell’alchimia, nell’astrologia, nelle antiche tradizioni romane ed egizie… E’ stata studiata e ampliata da innumerevoli società magiche, di cui la più nota è la Golden Dawn.

Per spiegare alcuni dei concetti fondamentali della Cabala, saremo costretti a fare delle brutali sintesi. Questa tradizione esoterica è piuttosto complessa e per riuscire a tratteggiarne un profilo comprensibile alla prima lettura, saremo costretti ad essere un poco superficiali.

Partiamo dal concetto più alto e supremo: il concetto divino. Il distacco tra Dio e Uomo, tra Spirito e Materia, in questa tradizione è molto più sottile che non nelle religioni monoteistiche.

Dio ha attraversato diversi stadi prima di giungere alla creazione dell’universo: sia di quello fisico sia di quello spirituale. Il primo di questi era la nullità completa, chiamata Ein;

poi è giunto un secondo stadio, chiamato Ein Soph, che è una sorta di concentrazione dello stato precedente, ed infine Dio è diventato Ein Soph Or, ovvero luce illimitata.

Da questo ultimo stadio è nato tutto l’esistente sui diversi piani dell’esistenza. Poiché, secondo questo tipo di conoscenze, esistono diversi mondi di cui il nostro, quello fisico, è soltanto il più basso.

Ein Soph Or, o Ain Suph Aur, si è poi espresso attraverso dieci emanazioni, che vengono chiamate Sephiroth. Ognuna di esse possiede tutta una serie di caratteristiche peculiari e una funzione specifica.

La più alta di esse è Kether, dalla quale verranno emanate le altre nove Sephirot. Kether è la manifestazione dell’Immanifesto: di Dio. Della Luce Illimitata.

La Sephirot numero due è Chokhmah, la tre Binah, la quattro Chessed, la cinque Ghevurah, la sei Tiferet, la sette Nezach, la otto Hod, la nove Yessod, e la dieci Malkuth. Si suppone anche di una undicesima Sephirot, Daat, che sarebbe senza numero e considerata nascosta.

Le Sephirot formano un albero, detto Albero della Vita, le cui componenti e connessioni rappresenterebbero la struttura portante dell’Esistente.

La luce divina scorre tra le Sephirot attraverso i canali che le collegano e giunge fino al mondo materiale, al mondo fisico. Un esempio di caratteristiche delle emanazioni di Dio possiamo farla con l’ottava emanazione: Hod.

Hod è legata alla gloria e all’intelligenza perfetta, al Dio egizio Toth, all’Arcangelo Michele, a Mercurio e corrisponde al numero otto nel mazzo dei tarocchi.

Così ogni Sephirah, singolare di Sephirot, ha alcune specifiche che la caratterizzano e la rendono necessaria nella struttura dell’Albero della Vita. Per capire meglio questo difficile concetto iniziamo a parlare brevemente anche delle altre emanazioni.

Di Kether abbiamo già detto, rappresenta “La Corona”, la Volontà prima, il Divino nulla che si manifesta.

Chokhmah è la Saggezza, l’Inizio, il Punto di Partenza, il Primo Aspetto discernibile di Dio, il Principio Maschile di Dio, il Padre Superiore che feconda la Sephirah successiva.

Binah è la Comprensione, il Principio Femminile di Dio, l’Utero da cui deriva tutto il resto della Vita Divina e Terrena.

Chessed è a Benevolenza, la Clemenza, la Misericordia, l’Amore.

Ghevurah è il Potere, il Timore, la Giustizia, il Rigore, il Giudizio.

Tiferet è la Bellezza, la Compassione, il Principio Armonizzante, la Gloria.

Nezach è l’Eternità, la persistenza, la Vittoria, il Giusto.

Di Hod abbiamo già parlato ma sintetizzando è legata alla Gloria, alla Maestà, alla Regalità, al Giusto.

Yessod è il Fondamento, il Giusto.

Malkuth è il Regno, la Presenza, ed è l’ultima Sephirah, l’unica ricettiva.

Nel diagramma che viene chiamato Albero della Vita, estremamente simbolico, costituito dalle Sephirot e dai collegamenti tra esse è possibile notare diversi aspetti.

La disposizione delle Sephirot si snoda in tre file parallele: tre “pilastri” a sinistra, tre a destra, e quattro al centro. I canali che le collegano sono 22, e ognuno di essi è rappresentato da una lettera dell’alfabeto ebraico.

Ogni fila di Sephirot corrisponde ad una via per tornare verso Dio: quella di destra è quella dell’Amore o della Grazia, quella di sinistra invece è la via della Forza o della Severità, e quella centrale invece è quella della Compassione.

La via centrale è anche detta “regale” perché è quella che media tra gli opposti. Infatti se togliamo la fila centrale potremmo ottenere l’albero della Conoscenza del Bene e del Male, di biblica memoria.

Si noti anche che la parte destra è quella maschile, la colonna di sinistra è invece quella femminile. Si ricorda che maschile e femminile non vanno intesi nel senso biologico del termine ma dal punto di vista simbolico.

Questo tipo di tradizione è collegato ad una vastità infinita di argomenti tale che è difficile in un articolo riuscire a darne conto. Ad esempio l’Albero della Vita è collegato anche agli Arcani Maggiori dei Tarocchi.

La Cabala esoterica è un vero e proprio linguaggio, sterminato, capace di dipingere i mondi dell’Esistenza, che secondo questa tradizione sono cinque, e di descriverne la struttura portante.

Torneremo senza dubbio su questo interessante argomento in articoli futuri, con la chiara intenzione di andare un po’ più in profondità, facendo conto proprio sulle basi definite in questo primo articolo.