I tarocchi

Della storia dei Tarocchi poco si sa e molto si suppone. Là dove non c’è certezza in molti hanno l’abitudine di tuffarcisi e cercare, mistificando, di tirare l’acqua al proprio mulino.

Così è stato per l’origine dei Tarocchi, che essendo oramai persa nel tempo, è stata attribuita un po’ a tutti: Ebrei, Massoni, Sufi, Gitani, Indiani, Egiziani…

Molti studiosi hanno attribuito l’invenzione dei Tarocchi al gruppo che gli faceva più comodo: non esitando a creare storie fantasiose e falsificazioni varie.

Basterebbe parlare del nome stesso dei Tarocchi, per capire quante etimologie si sono volute trovare. Per alcuni l’origine sarebbe egiziana, da “Tar” che vorrebbe dire “cammino” e “Ro”, “Rob”, “Ros”, che starebbe per “reale”. “Il cammino reale”.

Altri sostengono che in realtà la derivazione è dalla lingua indiano-tartara: da “Tan-Tara”, che vorrebbe dire “Zodiaco”. Altri ancora sostengono un’origine ebraica: da “Tora”, ovvero “Legge”.

Poi abbiamo chi sostiene che l’etimologia risalga invece alla parola cinese “Tao”, chi alla parola latina “Rota” e dal suo anagramma “Orat”, ne verrebbe fuori in questo caso “ruota che parla”.

E il sanscrito poteva rimanerne fuori?

No. C’è una corrente di pensiero che fa derivare la parola Tarocco da “Tat” e da “Tar-o” che rispettivamente, in sanscrito, significherebbero “il tutto” e “stella fissa”.

Se già l’origine del nome viene tirata da ogni parte, per appropriarsene, molte, moltissime leggende sono state create sulla nascita dei Tarocchi.

La più bella e diffusa, seppure falsa, è quella creata da Court de Gebelin, massone, esoterista e rosacroce, che crea di fatto un legame con l’Antico Egitto.

Molti sanno che la Massoneria è legata a doppio filo ai regni dell’Antico Egitto. E cosa si inventa Court? Sostiene che i Tarocchi altro non sono che quello che rimane dei libri di Toth!

Ovvero sarebbero dei geroglifici che, esposti nel giusto ordine, ripoterebbero la sapienza che il dio Toth lasciò agli antichi costruttori di piramidi. Conoscenze del Cielo e della Terra, del passato e del futuro.

Storia molto interessante e suggestiva, ma che ha le stesse basi solide, dal punto di vista documentale, di quelle teorie che riservano ai Tarocchi un’origine extraterrestre o un’origine atlantidea.

Tarocchi dei Visconti

ANALISI

I Tarocchi sono fondamentalmente formati da 56 carte, Arcani Minori, divise per seme: coppe, danari, spade, bastoni. In aggiunta a queste prime carte ci sono altre 22 raffigurazioni detti “Arcani Maggiori”, “Lame” o “Trionfi”.

Il 22 non è numero casuale: nel misticismo cristiano questo è il numero della conoscenza umana, della sapienza divina che scende sull’Uomo.

Con l’introduzione dei Trionfi, i Tarocchi smettono di essere un semplice gioco ludico, e virano decisamente per orizzonti più spirituali, religiosi.

E’ evidente fin dai primi Trionfi che sono giunti fino a noi, che il gioco di carte si è trasformato in un gioco etico: i simboli rappresentati ispirano relazioni e suggestioni che hanno un grande valore morale.

Il Bagatto, rappresenta il peccatore, l’uomo, che ha come guide nel mondo fisico l’Imperatore e l’Imperatrice e come guide spirituali il Papa e la Papessa. Così come, in ordine sparso, ogni istinto deve essere bilanciato dalle virtù: la cautela dalla Temperanza, il Carro che rappresenta la fame di potere, deve essere mitigato dalla Giustizia alle cui leggi tutti dobbiamo rendere conto.

La Ruota della Fortuna rappresenta l’evoluzione, una continua ricerca di crescita e di cambiamento. L’Eremita rappresenta l’introspezione, la saggezza. L’Appeso rappresenta il distacco, per vedere le cose sotto una nuova luce, se vogliamo da una prospettiva diverssa. L’Inferno, e quindi il Diavolo, sono rilegati nelle profondità terrestri, i nostri lati oscuri. I pianeti sono rappresentati da due astri: la Luna e il Sole. Sopra tutti e tutto c’è ovviamente Dio.

La carta del Matto è una carta molto speciale: alcuni sostengono che si trovi fuori dal Mondo perché il Matto è considerato un elemento estraneo al mondo degli uomini. Il Matto è un saggio stolto uno spirito libero, originale e capace di adattarsi ad ogni situazione. Ha spesso comportamenti impensabili, indica leggerezza, innocenza e spontaneità e rappresenta la capacità di affrontare il nuovo senza paura per quello che accadrà. Il matto è insieme caos e follia, non si piega alle regole che governano il mondo. Lui è il jolly, può fare qualsiasi cosa. Quello che vuole lui è quello che vuole l’Universo.

Erano folli tutti quelli che non credevano in Dio, in quei tempi. Alcuni sostengono addirittura che la parola “Tarocco” derivi proprio dalla carta del Folle. Il vento che portava alla pazzia, secondo un’antica leggenda, era quello dello Scirocco. Da qui anche l’espressione “sciroccato”, per definire i pazzi. Vento Theroco, così veniva chiamato lo Scirocco durante il Rinascimento. Ma sull’origine del nome “Tarocco” ci si potrebbero scrivere diversi saggi, e molti ne sono già stati scritti.

Tarocchi di Besancon

Gli Arcani Maggiori sono le carte che racchiudono i segreti maggiori, ovvero i più importanti, dell’intero mazzo: ogni carta racchiude un simbolismo inesauribile e si presta ad una vita intera di riflessioni ed approfondimenti.

Possono essere considerate tappe del cammino della vita o della conoscenza; essi sono degli archetipi universali, idee inconsce portate alla coscienza solamente attraverso specifiche immagini.

La loro lettura permette di comprendere informazioni sulla propria vita e sulla personalità: lettura che viene associata alla data di nascita, utilizzata per calcolare un numero compreso tra 1 e 22 corrispondente ad uno degli Arcani Maggiori, che diventerà quindi l’Arcano personale.

Esse, inoltre, si riferiscono alle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico, delle quali tre sono attribuite ai “tre elementi attivi”, sette ai Pianeti (deve essere ricordato che la scoperta di Urano e Nettuno è piuttosto recente), e dodici ai segni dello Zodiaco.

Tarocchi di Marsiglia

Di seguito l’elenco dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi di Marsiglia:

Le 56 figure denominate Arcani Minori, invece, consistono nelle tradizionali carte da gioco a semi italiani (coppe, denari, bastoni e spade) e precedono di almeno 40 anni le carte degli Arcani Maggiori, per gli storici.

La differenza tra le due sequenze è stata sottolineata dagli esoteristi in questo modo: gli Arcani Maggiori dei Tarocchi contengono simboli universali, riconducibili ad esperienze di vita particolari, mentre i Minori sono una sorta di punteggiatura dei responsi.

I Tarocchi del Mantegna

Appurato che la nascita dei Tarocchi è perduta nel tempo e che ci rimangono solo dei documenti che attestano la loro esistenza attorno al milletrecento-millequattrocento, passiamo ad occuparci del loro utilizzo.

Come leggere i Tarocchi? Su internet si trovano diverse chiavi di lettura ma sono tutte piuttosto superficiali. E’ sempre un buona cosa quando qualcuno si avvicina ai Tarocchi, ma è pur vero che prima se ne scopre il significato profondo e meglio è.

Capiamo il desiderio di molti di indagare il loro futuro, sull’esito delle cose, sulle relazioni amorose, sul lavoro e sul denaro, ma il Tarocco è ben altra cosa!

Il punto di partenza di base per una lettura di Tarocchi è la presa di coscienza! C’è chi la utilizza per ottenere potere, per influenzare gli altri o per altri scopi ben poco costruttivi. Ma tutto questo non conduce a nulla di buono.

Partiamo con il dire che la lettura dei Tarocchi è dinamica e non statica. Non ci sono letture fisse. Non esistono schemi rigidi e interpretazioni immutabili.

La parte interessante del Tarocco è proprio questa sua fluidità che si riversa anche nell’apprendimento dell’arte della lettura. Bisogna però iniziare ad avvicinarsi a questo potente strumento attraverso un percorso spirituale.

Bisogna creare un rapporto con i Tarocchi e con il loro potere. E’ necessario mettere da parte il proprio ego e mettersi completamente al servizio dei Tarocchi, lasciandoli fluire e non opponendo resistenze.

Per fare questo bisognerà acquisire una conoscenza dello strumento davvero enorme. E’ necessario studiare i Tarocchi, uno per uno, osservandone con cura ogni dettaglio.

Si deve fissare nella mente ogni associazione di colore, ogni sguardo dei personaggi raffigurati, ogni lembo dei vestiti, ogni oggetto rappresentato… in sostanza bisogna ricreare nella propria mente un mazzo di Tarocchi, estremamente dettagliato.

Se da una parte è necessario sviluppare l’intuito, è anche necessario sviluppare una conoscenza approfondita delle carte, dei simboli, dei colori, dei numeri… e conoscere la relazione tra di essi.

Quando ci si affida a qualcuno per farci leggere i Tarocchi, gli si affida una sfera molto delicata. Se la persona che tira i Tarocchi è onesta starà molto attenta a non introiettare nella lettura nessuna proiezione del proprio “io”. Nessuna infiltrazione

Per diventare un buon tarologo, dopo aver interiorizzato le carte, bisognerà allenarsi facendo molte letture. Sia con forme statiche che con forme dinamiche.

E’ consigliabile iniziare a fare le letture con le forme classiche. Una volta acquisita una grande dimestichezza con queste formule si troverà la propria strada con altre tipi di stesa.

Senza lo studio e il raffronto tra le letture eseguite, non ci sarà vera crescita. Soprattutto senza utilizzare i Tarocchi memorizzati che guideranno il principiante come un vero e proprio Vate.

Si pensi soltanto allo sguardo delle figure nei Tarocchi di Marsiglia: è uno degli elementi fondamentali e condiziona anche il numero di carte che andranno tirate!

Se una figura esce in uno degli estremi di una stesa, e il suo sguardo è rivolto all’esterno, bisognerà approfondire a che cosa sta puntando il suo sguardo.

Ad esempio se esce il Bagatto, e approfondiamo tirando una determinata carta, avrà un senso, se nell’approfondimento uscirà un’altra carta il senso potrebbe essere totalmente diverso.

Solo nel momento in cui si raggiungerà un ottimo livello di lettura, di conoscenza e soprattutto di coscienza, si potrà conseguire la capacità di sviluppare uno stile personale di lettura.

Perché è bene ricordare che i Tarocchi non devono essere legati a schemi fissi e a leggi incontrovertibili! Una volta sviluppata la coscienza e le conoscenze, anche attraverso schemi classici di tiraggio, bisogna trovare il proprio rapporto con le carte, una relazione unica e speciale.

Bisogna studiare i metodi della tradizione per poi creare una nuova forma di lettura.

Un po’ come gli aspiranti artisti che studiano i lavori dei maestri del passato per poi trovare una loro via, un loro percorso, una loro dimensione.

Prima di passare a spiegare la stesa, e le conseguenti letture, vorremo fare chiarezza a proposito del concetto di “frase tarologica”.

Quando un consultante si rivolge ad un tarologo per avere una risposta ad un dubbio che egli nutre, il tarologo si rivolge ai Tarocchi e questi si esprimono attraverso una frase.

Come in tutti i linguaggi, la frase si costruisce attraverso soggetto, verbo e complemento. Dobbiamo quindi dare la possibilità ai Tarocchi di formare una frase di senso compiuto.

Dovremo quindi stendere almeno tre carte. Utilizziamo i Tarocchi di Marsiglia, con tutte le loro 78 carte. Gli Arcani Maggiori, che sono 22, e gli Arcani Minori che sono costituiti dalle rimanenti 56 carte.

Le carte andranno mischiate senza “tagliarle”, il taglio del mazzo a livello tarologico non ha alcun senso. Stenderemo dunque le tre carte: la prima rappresenta il soggetto, che ovviamente è il consultante, la seconda il verbo, la terza il complemento.

In questa modalità di stesa non è consentita la carta rovesciata: farlo sarebbe un modo per negativizzare l’essenza stessa della lettura e del mazzo.

Una delle caratteristiche fondamentali del tarologo è quella di sapere porre la domanda giusta. Spesso i consultanti arriveranno con domande del tipo: “troverò lavoro?”, “la mia fidanzata/o mi ama?” etc etc.

Non è in questo modo che si possono porre le cose. Il bravo tarologo sa che i Tarocchi non possono determinare il destino. Possono però indicare al consultante un percorso in base alle sue scelte del presente.

Quindi il tarologo trasformerà la domanda “Lei mi ama?” in “Come posso saldare il mio rapporto con la mia partner?”, oppure con “Devo saper aspettare la mia partner o devo andare oltre?”

E’ sempre bene ricordare che c’è una netta distinzione tra tarologia e cartomanzia. Non vogliamo qui discernere a tal proposito, perché richiederebbe molte pagine, ma la distinzione è netta.

La cartomanzia è una antica disciplina che indaga il futuro e si basa prevalentemente sulle combinazioni di carte. La tarologia è un “discorso sui tarocchi”, come da etimologia, che si concentra sul presente ed è costruito sul linguaggio visivo, simbolico e storico dei Tarocchi.

La conoscenza dei Tarocchi non è un punto di arrivo, è un percorso. Una strada infinita. Per questo bisogna continuare a leggere articoli e libri su questo argomento.