Quando si parla di Numerologia Esoterica si parla, tra le altre cose, di funzione e di conflitto. Vediamo cosa sono.
Il Conflitto può essere definito come la presenza, in un dato momento, e in precisi contesti nella vita di un individuo, di comportamenti che portano la persona ad imbattersi in circostanze avverse, sfociando in una successione di problematiche, che inglobano la totalità della persona stessa in tutte le aree della propria vita, rendendogli difficile il raggiungimento dei propri obiettivi, anche se fortemente ripromessi.
In psicologia il conflitto indica la presenza nel comportamento di un individuo di uno scontro tra ciò che desidera e ciò che ne impedisce la soddisfazione del bisogno connesso a tale desiderio, qualcosa che sta a livello interiore.
Si vive un conflitto quando ciò che facciamo non rispetta le leggi della natura, o leggi universali, che come la legge di gravità, incidono pesantemente sulla vita di ogni individuo.
Ogni essere umano ha una Funzione, così come gli alberi, le nuvole, l’erba, la terra, gli oceani o semplicemente, una pietra.
Le nostre attitudini, i nostri comportamenti, i nostri desideri, vengono influenzati pesantemente dal vivere in funzione o in conflitto.
Se ci troviamo a vivere in Funzione, i nostri talenti si manifesteranno aiutandoci nel concretizzare i nostri desideri e a raggiungere i nostri obiettivi.
Ma se viviamo nel Conflitto, la nostra attenzione sarà rivolta verso i problemi e le difficoltà incontrate, senza renderci conto delle opportunità che ci passeranno accanto, rendendoci difficile – e a volte impossibile – l’esistenza.
Facciamo un esempio concreto. Prendiamo ad esempio una mamma.
Qual è la funzione della mamma?
La sua funzione di una mamma è quella di mettere al mondo una creatura, di dargli da mangiare, vestirla, accudirla, insegnargli tutto ciò che deve sapere per riuscire a vivere autonomamente nel mondo.
Ma sino a che età? Fino a quanti anni deve accudire il figlio con queste attenzioni?
Molti direbbero, per sempre, oppure, la mamma è sempre la mamma e robe di questo genere.
Non è proprio così. Siamo d’accordo sul fatto che la madre rimane sempre la madre, sia per l’anagrafe che umanamente parlando, ma sono i suoi comportamenti che mettiamo in discussione.
Quando la mamma, dopo aver portato a termine il suo compito, continua a prendersi cura del figlio, intervenendo ogni qualvolta quest’ultimo si trova a doversi scontrare con le comuni avversità della vita di tutti i giorni, impedisce a costui di evolvere, di apprendere l’insegnamento che l’universo ha per lui.
Ebbene sì, l’universo ci mette di fronte alle difficoltà affinché impariamo a superarle, o per meglio dire, affinché sviluppiamo i talenti necessari per superarle.
Ma la mamma di solito non vuole che il proprio figlio si trovi in difficoltà, che soffra, e interviene. In poche parole, sotto altri punti di vista, “lo rovina”.
Ecco che sia la mamma che suo figlio si trovano nel bel mezzo in una situazione conflittuale che comporterà disagi in svariati ambiti della loro vita.
Così facendo attirerà a sé le conseguenze che questo comporta, coinvolgendo non solo il figlio ma probabilmente anche altre persone che vivono con lei, attraverso problemi di ogni sorta, derivanti dal vivere in quelle condizioni.
L’universo è un meraviglioso mondo organizzato in ogni sua parte e per vivere e godere delle innumerevoli opportunità che sono già insite nella natura di ogni essere umano, dobbiamo rispettarne le sue regole, a volte dure, così come è giusto che siano, mai inopportune, mai scontate, necessarie per l’evoluzione di ogni essere vivente sul pianeta Terra.
Vivere nel Conflitto porta a conseguenze che non rimangono circoscritte a colui che le vive, ma coinvolgerà inesorabilmente anche i discendenti e i discendenti dei discendenti, fino a che questo conflitto non verrà risolto.
Verrà così lasciato in memoria un conflitto irrisolto, una sequenza emozionale non conclusa, cedendo ai posteri l’arduo compito.