Tarocchi: le differenze tra Cartomanzia e Tarologia
Ti sarà capitato molto spesso di trovarti di fronte la parola “cartomanzia”, forse invece non hai mai sentito parlare della parola “tarologia”, eppure entrambe riguardano lo sfaccettato e misterioso mondo dei Tarocchi.
Un mazzo di Tarocchi, come dovresti sapere, è ben più di un semplice mazzo di carte da gioco. Infatti i Tarocchi ospitano gli Arcani, maggiori e minori, e in esso si nascondono energie molto particolari.
Da sempre i Tarocchi sono stati utilizzati come metodo di divinazione, di connessione con il passato ed il futuro, ed infatti le sue origini si fanno risalire all’Antico Egitto e al libro del Dio Thot.
Vi sono altre ipotesi sull’origine dei Tarocchi: una delle più affascinanti è quella legata a Maria Maddalena che, secondo alcune fonti, sarebbe la custode dei segreti di Gesù e che avrebbe creato il mazzo inserendovi le proprie conoscenze.
Si può però guardare a questo affascinante mondo in diverse maniere ed infatti studiosi come il regista e sciamano Alejandro Jodorowski hanno riportato le origini dei Tarocchi a tempi ben più recenti.
Al di là delle origini dei Tarocchi, che sono avvolte nel mistero più profondo, che distinzione c’è tra un tarologo ed un cartomante? Entrambi usano le carte del mazzo dei Tarocchi, ma cosa cambia nel loro approccio? Vediamo di capirlo qui di seguito.
Che cosa è la Cartomanzia?
“Cartomanzia” è una parola molto interessante che si compone di due derivazioni: “carta”, che non ha bisogno di ulteriori approfondimenti, e “manteia” che significa “divinazione”.
Già nel nome dunque è espressa l’azione di utilizzare le carte come strumento di divinazione. Questa tipologia di divinazione è di tipo interpretativo e prevede che il cartomante abbia grosse conoscenze, molta esperienza e una sensibilità particolare.
Vi sono tracce di questa pratica nei secoli ed infatti si sono affermati dei modelli statici di interpretazione che servono da punto di riferimento per ogni cartomante.
Seppure la lettura delle carte è prettamente soggettiva, esistono dunque dei concetti di fondo che sono oramai stabiliti nel mazzo dei Tarocchi. La sensibilità del cartomante entra in gioco nell’interpretazione della stesa più che sul significato delle singole carte.
Vi è da dire che durante i secoli questo tipo di divinazione ha conosciuto uno sviluppo ed un perfezionamento legato anche a culture e filosofie molto diverse tra di loro. Ciò rende la cartomanzia un territorio ancora più ricco ed affascinante.
Che cosa è la Tarologia
Anche la parola “tarologia” ha origine da due parole fuse assieme: “taro” che indica i tarocchi e “logos”, una delle parole greche più conosciute, che significa “discorso”. Tarologia si può dunque tradurre in “discorso sui Tarocchi”.
La tarologia e la cartomanzia sono dunque due pratiche totalmente diverse. Entrambe hanno come protagonista il mazzo dei Tarocchi, ma l’approccio è completamente differente.
Gli studi tarologici considerano degli Arcani delle traduzioni di archetipi che arrivano dall’alba dei tempi: la lettura dei Tarocchi in questo caso si basa non più sulle antiche tradizioni, ma sulle interazione tra gli archetipi.
In estrema sintesi, e senza la pretesa di essere esaustivi su questo argomento, potremmo dire che nella lettura dei Tarocchi fatta da un tarologo si ricostruisce una “rappresentazione teatrale degli Arcani”.
Quando il consultante farà una domanda, il tarologo, analizzando le interazioni tra gli archetipi che sono usciti, potrà ricostruire la risposta.
L’invenzione della Tarologia
L’approccio tarologico al mazzo dei Tarocchi non affonda le sue radici in tempi misteriosi, non ha una storia molto lunga. La parola è infatti stata coniata da Alejandro Jodorowsky, regista, attore, drammaturgo.
Da sempre studioso dei Tarocchi di Marsiglia, Alejandro ha il merito di avere ricostruito fedelmente antichissimi mazzi e, attraverso lo studio delle antiche figure, averli riportati alla luce.
Il suo lavoro è stato immenso. Da una parte ha infatti eseguito una ricerca storica davvero imponente sulle origini dei Tarocchi e sui mazzi più antichi ancora conservati.
Dall’altro ha proposto e promosso una nuova interpretazione legata agli archetipi e alle loro interazioni. Le due attività si compenetravano perfettamente visto che ricostruire le figure antiche portava a rappresentazioni più vicine all’archetipo originale.
L’interpretazione dei Tarocchi attraverso lo studio degli archetipi era qualcosa che aveva già affascinato Carl Gustav Jung, ma le ricerche di Jodorowsky diventeranno un vero e proprio punto di riferimento per tutti i tarologi del mondo.
Secondo le ricerche del regista cileno la nascita del gioco dei Tarocchi risalirebbe al 1400 nell’italianissima Bologna. Il gioco si diffuse rapidamente, ma in maniera occulta. Il gioco delle carte era considerato poco “elegante”.
Tarologia vs Cartomanzia
La cartomanzia, come abbiamo visto, è una disciplina tradizionale che sfrutta il mazzo dei Tarocchi per riuscire nella divinazione attraverso codici ben precisi.
Ogni carta ha un suo significato legato alla tradizione e il cartomante potrà utilizzare la sua sensibilità e le sue conoscenze per divinare nella maniera più corretta.
E’ bene precisare che la cartomanzia e la tarologia non sono in contrasto: non vi è una guerra in corso, non vi sono scontri epocali. Sono due modi differenti di leggere i Tarocchi, ma entrambi riconoscono potere al mazzo.
Seguendo infatti le indicazioni di Jodorowsky bisognerebbe concentrarsi maggiormente sulle figure del mazzo, che rappresentano archetipi e dunque contengono insegnamenti, chiavi di lettura e significati nascosti.
L’interpretazione soggettiva nella tarologia non ha molto spazio. Il consultante dovrà comunque porre una domanda, perché è soltanto attraverso la domanda che si attivano gli archetipi.
Ma nella lettura della stesa, il tarologo dovrà tenere una chiave interpretativa oggettiva. Nel mazzo dei Tarocchi è già presente tutto: destino, passato, presente, futuro, leggi universali… non serve aggiungere altro con la propria soggettività.
Per eseguire una lettura di questo tipo servono però grandissime conoscenze, preparazione e studio continuo dei mazzi. Infatti nella raffigurazione dell’Arcano sono contenuti tutti i messaggi necessari, ma vanno saputi leggere.
Anche i dettagli più piccoli della figura hanno un’importanza rilevante: la posizione delle mani, la postura del corpo, la direzione dello sguardo, gli abiti, la relazione dei colori, eventuali simboli…
Nella raffigurazione, secondo i tarologi, è già contenuto tutto. Ovviamente si dovrà andare ad indagare anche nelle interazioni tra i vari Arcani usciti nella stesa.
Ad esempio, se una figura ha lo sguardo puntato verso un’altra sarà da leggere in maniera differente rispetto a quando le stesse due figure si danno le spalle.
Con la tarologia la rappresentazione grafica della carta è assolutamente centrale, per questo motivo la riscoperta degli antichi mazzi, più vicini all’archetipo originario, è così importante