Era il 2009 quando l’allora Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sfruttò il diritto di prelazione riservato allo Stato e acquistò il più antico mazzo di Tarocchi completo italiano, che è anche il più antico del mondo intero.
Stiamo parlando del leggendario mazzo Sola Busca. Il nome del mazzo è ovviamente derivato dal nome dei possessori precedenti, gli eredi della famiglia Sola Busca.
La pinacoteca di Brera era già la fortunata posseditrice di un meraviglioso mazzo tardo gotico realizzato per il Duca di Milano costituito da 48 carte. Il cosiddetto “mazzo Brambilla”.
Con l’acquisizione del mazzo Sola Busca, Brera è diventata senza dubbio un vero e proprio punto di riferimento per tutti quelli che sono affascinati dalla storia dei Tarocchi.
Un’acquisizione importante
L’acquisto di questo mazzo da parte della Pinacoteca di Brera è un modo per aprire una importante riflessione, discussione e approfondimento sul contesto culturale, le possibili fonti, la complessa iconografia dei Tarocchi.
Come dovresti sapere il gioco dei Tarocchi, che era noto come “Triumphi” fino almeno al 1505, era molto popolare nei ceti più elevati della società fino dagli anni Cinquanta del Quindicesimo secolo.
Nella zona di Ferrara sono infatti stati ritrovati molti documenti in merito alla fornitura di mazzi miniati o a stampa per la famiglia ducale. Mazzi dei quali, purtroppo, finora non è stata trovata alcuna traccia.
La regione lombarda invece sembra avere una storia diametralmente opposta: non si ritrovano attestazioni documentali, ma sono giunti fino a noi i mazzi veri e propri.
Il Mazzo Sola Busca è il più antico mazzo completo del mondo: presenta infatti 78 carte, con i 22 trionfi, Arcani Maggiori, e le 56 carte dei quattro semi tradizionali: spade, bastoni, coppe e denari.
Il mazzo è realizzato tramite stampa su carta da incisioni a bulino, che sono state montate su cartoncino e poi miniate a mano con colori e oro. Un vero gioiello.
Da notare come l’iconografia dei trionfi prenda le distanze dalla tradizione dei mazzi quattrocenteschi: infatti il Bagatto apriva una sequenza che passava per il Mondo e il Giudizio Universale (Angelo), in una sorta di elevazione dalla terra a Dio.
Nel Mazzo Sola Busca i trionfi sono modellati su guerrieri dell’antichità romana, eroi della storia biblica e comunque uomini illustri che fungevano da esempio da imitare
Un esempio degli uomini illustri è quello del seme di Spade che è ispirato alla figura di Alessandro Magno. Questa era una figura che era legata all’elevazione al cielo su un carro trainato da grifoni, e che molti signori italiani la interpretavano come un desiderio di immortalità.
Il seme di Denari è senza dubbio quello più interessante dal punto di vista iconografico, visto che rappresentano per la prima volta le fasi della coniazione con tutte le fasi della lavorazione del metallo.
Senza dubbio questa scelta è stata fatta in ottica della tradizione alchemica medievale, che vedeva una meravigliosa metafora nella trasformazione dei metalli, del percorso iniziatico umano.
Sono riconoscibili, ad esempio, nel 4 di Denari, la Terra, madre dei metalli, il 5 di Denari che rappresenta l’elemento maschile, ovvero l’alchimista che ingravida la terra con l’utilizzo del fuoco, mentre il 9 di Denari rappresenta la famosa “nigredo”, uno stato della materia che è il primo gradino per la trasformazione della stessa.
Confrontare questo mazzo di Tarocchi con i codici alchemici è una vera gioia per gli esperti del settore. Si pensi, ad esempio, al 10 di Coppe in cui ci si ritrova davanti ad un ritratto del famoso Ermete Trismegisto, il “Tre volte sapiente”, che denuncia come le conoscenze ermetiche fossero in forte diffusione nel Quattrocento.
Il probabile autore del Mazzo Sola Busca
Confrontando le carte con un altro mazzo realizzato, senza miniature, e con varie incisioni, si è arrivati ad identificare la mano che dovrebbe avere operato sul mazzo.
Si tratterebbe di un pittore anconetano di nome Nicola di maestro Antonio, mentre il possibile ideatore dell’iconografia del mazzo sembrerebbe essere un umanista molto importante: Ludovico Lazzarelli, nativo di San Severino Marche.
Parliamo di un filosofo, poeta, grande conoscitore del greco, dell’ebraico, studioso di alchimia e cabala che visse a lungo a Roma e a Napoli.
Lazzarelli viene considerato uno dei massimi esponenti tra gli studiosi dell’umanistica dell’ermetismo cristiano, in costante ricerca della conoscenza superiore attraverso lo studio delle fonti cristiane, di quelle ermetiche e di quelle classiche.
Secondo quanto riportato il mazzo Sola Busca, probabilmente da poco stampato, venne miniato nel 1491 a Venezia con grande probabilità per mano di Marin Sanudo il giovane, famoso storico autore dei Diarii, e sembra appassionato di alchimia.
È notevole dunque il contributo che ha ricevuto questo mazzo di Tarocchi prima di essere consegnato ai suoi primi proprietari. Potremmo dire, senza tema di smentita, che il mazzo acquistato dalla Pinacoteca di Brera è a tutti gli effetti un prodotto incredibile che raccoglie le migliori intelligenze e conoscenze dell’Umanesimo italiano.
Gli studiosi che hanno dato il loro contributo alla realizzazione di questo mazzo appartenevano ad una classe di intellettuali che ancora non aveva “recintato il proprio sapere”.
Come abbiamo visto infatti nel mazzo Sola Busca le conoscenze di letteratura classica si fondono perfettamente con quelle alchemiche, così come i principi religiosi si sposano con la filosofia e con la magia.
Non esistono barriere di alcun tipo, ma uno scopo unico, un grande obiettivo che punta direttamente al Cielo. Siamo dunque di fronte ad uno strumento di conoscenza che è anche una testimonianza storica di grandissimo valore.
Il mazzo in questione, conservato alla Pinacoteca di Brera, deve essere stato conservato come un tesoro e non realmente utilizzato per il gioco, viste le sue condizioni assolutamente impeccabili.
Il gioco che veniva svolto con le carte comunque era un sentiero, un percorso di perfezionamento interiore che cominciava seguendo l’esempio degli uomini illustri, per passare poi alla pratica alchemica e alle dottrine ermetiche fino a giungere agli uomini divini.
Non era affatto un semplice gioco da osteria dunque (che venivano severamente proibiti), ma un intrattenimento che doveva essere accompagnato da profonde conoscenze dell’ermetismo cristiano e dalla volontà di elevarsi ad un grado di coscienza superiore.