Sentiamo spesso parlare di Karma, dai nostri conoscenti e dalle persone che incontriamo per strada, ma anche nei film, sui social… più o meno abbiamo capito cosa si vuole intendere nella nostra cultura quando lo si nomina, ma che cosa è davvero il Karma?

Innanzitutto la parola “Karma” deriva dal sanscrito e significa “azione compiuta”.

Il concetto di Karma è alla base dell’Induismo e possiamo riassumerne il significato spicciolo in poche parole: è la legge universale della causa ed effetto, a livello spirituale, presente in moltissime religioni e conoscenze mistiche. Vi basti confrontarla con le Leggi Universali di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo.

Questo prezioso concetto è alla base anche della teoria della reincarnazione. Il Karma è il meccanismo centrale su cui ruota il sistema delle reincarnazioni.

Il Karma non va confuso con il fatalismo, la rassegnazione e altri atteggiamenti deterministici, il Karma lo costruiamo noi con le nostre scelte, attimo dopo attimo.

Se la nostra vita sarà orientata a seguire il Dharma, ovvero la propria natura e le proprie inclinazioni, cercando di armonizzare quest’ultimo con il Dharma Universale, il nostro Karma ne beneficerà immensamente.

Vivere in armonia con sé stessi e con l’universo, questo in sintesi il concetto. Se riusciamo a vivere in questa armonia il nostro Karma troverà giovamento, se vivremo in un perenne disequilibrio anche il nostro Karma non godrà di buona salute.

Bisogna liberarsi dalla schiavitù dell’ego e realizzare il Sé Immortale. Lasciare in secondo piano i desideri terreni e legati alla quotidianità, e porre attenzione al nostro vero scopo in questo piano dell’esistenza.

Il ciclo di morte e rinascita, in sanscrito, è chiamato saṃsāra, che significa “scorrere insieme”. Nessuno si può sottrarre a questo “fiume” senza reincarnarsi in molti corpi (non solo umani), alla ricerca di quella illuminazione che ci libererà da questo ciclo.

Attraverso le varie reincarnazioni il nostro scopo è quello di percorrere la strada che ci condurrà alla liberazione dal ciclo del saṃsāra. Ogni vita aggiunge un piccolo pezzo nel grande percorso di liberazione.

E’ evidente che quando l’individuo non prende coscienza di questa necessità, ritarderà il suo percorso di liberazione. Ci vorranno più vite in cui incarnarsi per giungere al compimento.

Nella tradizione buddhista, il concetto di Karma ha un diverso accento: se nella visione induista esiste una sorta di senso di pesantezza nella vita presente, nel buddhismo la parola Karma viene tradotta come “azione volitiva”.

L’azione è dunque un atto di volontà, che si origina nella mente delle persone e che condizionerà il loro futuro. Un’azione buona condurrà a energie positive, un’azione cattiva porterà energia negativa.

Non è un giudizio etico o moraleggiante, è un meccanismo universale. Anche a questo proposito vi invitiamo a leggere l’articolo sulle Leggi Universali che su questi concetti si sposa perfettamente con la materia che stiamo trattando.

La sfortuna e la fortuna sono concetti assolutamente inesistenti in questo tipo di concezione del mondo: tutto accade per un motivo e dipende dalle nostre azioni che compiamo giorno dopo giorno, ora dopo ora, attimo dopo attimo.

Il maestro buddhista Daisaku Ikeda ha spiegato in maniera molto precisa questi concetti:

Il concetto buddista di relazione causale differisce in modo fondamentale dal tipo di causalità che, secondo la scienza moderna, governa il mondo naturale oggettivo in quanto separato dalle preoccupazioni individuali dell’essere umano. Il rapporto di causalità, nell’ottica buddista, abbraccia la natura in senso più lato, comprendendo tutta l’umana esistenza. Per spiegare meglio la differenza, poniamo che sia accaduto un incidente o un disastro. Applicando la teoria di causalità meccanicistica si può indagarne e chiarirne le dinamiche, ma nulla si saprebbe sul perché proprio certi individui siano rimasti coinvolti nel tragico evento. Anzi, la visione meccanicistica rifiuta a priori tali domande esistenziali.”

La caratteristica peculiare del Karma è che ci mette di fronte alle nostre responsabilità. Il libero arbitrio diventa davvero libero. E’ importante ricordare che questo concetto non ha nulla a che fare con le appartenenze sociali.

La spiritualità è una cosa ben diversa dalla condizione sociale. Questo è un grande fraintendimento che ha portato al sistema rigido di caste che si applica nell’Induismo.

E’ vero che chi è ricco spiritualmente attrarrà più positività nelle sue azioni, ma questo non consegue automaticamente che chi è ricco materialmente è ricco spiritualmente.

A questo proposito le prove a cui ci mette di fronte il Karma possono essere molto difficili e complesse: ad esempio una persona estremamente ricca dal punto di vista spirituale può essere messa a dura prova dal punto di vista materiale proprio per testarne la grandezza spirituale.

“Se vuoi capire le cause del passato, guarda i risultati che si manifestano nel presente. E se vuoi capire quali risultati si manifesteranno nel futuro, guarda le cause poste nel presente.”

Questa sintesi è riportata in un antico testo buddhista e chiarisce una volta per tutte il fatto che esiste una reciprocità tra noi e l’universo: i fisici l’hanno chiamata “legge di attrazione”, ma il concetto è più o meno lo stesso.

“Non trascurare le piccole buone azioni, pensando che non sono di alcun beneficio; anche le piccole gocce di acqua alla fine riempiranno una grande nave. Non trascurare le azioni negative solo perché sono piccole; per quanto piccola possa essere una scintilla, può bruciare un pagliaio grande come una montagna.”, parola di Buddha.

 

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Le dodici leggi del karma

Queste sono le dodici leggi del karma secondo il buddismo:

1. La grande legge: questa legge può essere riassunta nella frase “raccogliamo quello che seminiamo”. È nota anche come la legge di causa ed effetto: quello che diamo all’universo è quello che l’universo ci restituisce, ma se è una cosa negativa, ce lo restituirà moltiplicato per dieci. Se diamo amore, riceviamo amore; se diamo disamore, riceveremo disamore moltiplicato per dieci.

2. La legge della creazione: dobbiamo partecipare alla vita. Facciamo parte dell’universo, dunque siamo un tutt’uno con esso. Intorno a noi troviamo indizi del nostro passato remoto. Crea le opzioni che desideri per la tua vita.

3. La legge dell’umiltà: continuerà ad accaderci quello che ci rifiutiamo di accettare. Se siamo capaci solo di vedere gli aspetti negativi degli altri, ristagneremo ad un inferiore livello di esistenza; viceversa, se li accettiamo con umiltà, ascenderemo ad un livello superiore.
albero con rami

4. La legge della crescita: ovunque tu vada, lì ti troverai. Dinanzi alle cose, ai luoghi e alle altre persone, siamo noi a dover cambiare, e non quello che ci circonda, per evolvere nella nostra spiritualità. Quando cambiamo il nostro essere, la nostra vita cambia.

5. La legge della responsabilità: quando ci accade un evento negativo, è perché in noi c’è qualcosa di negativo, siamo il riflesso dell’ambiente circostante. Di conseguenza, dobbiamo affrontare con responsabilità le azioni nella nostra vita.

6. La legge della connessione: tutto quello che facciamo, per quanto sembri insignificante, è in connessione con l’universo. Il primo passo conduce all’ultimo e tutti sono ugualmente importanti, perché insieme sono necessari per raggiungere il nostro obiettivo. Presente, futuro e passato sono connessi tra loro.

7. La legge della focalizzazione: non è possibile pensare a due cose simultaneamente. Saliamo gradino dopo gradino, uno alla volta. Non possiamo perdere di vista le nostre mete, perché l’insicurezza e l’ira si adopererebbero di noi.

8. La legge del dare e dell’ospitalità: se pensate che qualcosa possa essere veritiera, giungerà il momento in cui lo potrete dimostrare. Dobbiamo imparare a dare per mettere in pratica quanto appreso.
donna con onda

9. La legge del “qui ed ora“: rimanere aggrappati al nostro passato ci impedisce di godere del presente. I vecchi pensieri, le cattive abitudini ed i sogni frustrati ci impediscono di avanzare e di rinnovare il nostro spirito.

10. La legge del cambiamento: la storia si ripeterà fino a quando non assimiliamo la lezione che dobbiamo imparare. Se una situazione negativa si presenta più volte, è perché in essa vi è una conoscenza che dobbiamo acquisire. Bisogna indirizzare e costruire il nostro cammino.

11. La legge della pazienza e della ricompensa: le ricompense sono il risultato dello sforzo previo. A maggiore dedizione, maggiore sforzo e, pertanto, maggiore gratificazione. È un lavoro di pazienza e perseveranza che dà i suoi frutti. Dobbiamo imparare ad amare il nostro posto nel mondo, il nostro sforzo sarà onorato al momento giusto.
albero karma

12. La legge dell’importanza e dell’ispirazione: il valore dei nostri trionfi ed errori dipende dall’intenzione e dall’energia che utilizziamo a tale fine. Contribuiamo individualmente ad una totalità, dunque le nostre azioni non possono essere mediocri: bisogna mettere tutto il nostro cuore in ogni apporto che diamo.